La barca a vela Wally 93 nata per vincere.
Non è raro che armatori appassionati di vela dopo aver viaggiato intorno al mondo con la propria barca non si accontentano più perchè vogliono qualcosa di più, come quello di partecipare a competizioni veliche non solo per fare numero ma lottare per vincere.
Di solito è il velista che prova una forte emozione quando stabilita una rotta, riesce a governare la barca raggiungendo l’andamento massimo possibile per determinate condizioni meteomarine avendo la consapevolezza poi che più di quell’andatura non si può procedere.
Oppure semplicemente per chi ama la velocità che si percepisce in mare con la barca a vela che è ampiamente superiore a quella che si registra a terra, dentro un’auto con il cielo come tetto.
Per vincere si sa occorre avere una barca a vela che abbia delle caratteristiche particolari, per cui per molti resta un sogno ma non per un facoltoso appassionato di barche a vele che con budget a disposizione molto largo, già proprietario di una barca Wally, ha chiesto di sviluppare una barca potente che abbia tutti i requisiti necessari per affermarsi nelle più importanti regate internazionali. Da questa specifica richiesta si è costruita Wally 93.
Per questo progetto sono stati coinvolti i maggiori big del settore. Il responsabile dell’architettura è il famoso designer Rolf Vrolijk di Judel /Vrolijk & Co.
La Judel /Vrolijk & Co è una azienda fondata nel 1978 con uno studio associato con una reputazione internazionale formato da progettisti altamente qualificati e di esperienza specializzati nel design di yacht a vela per competizione e non solo. Oltre a prendersi cura dei propri progetti lavorano anche per clienti esterni, dove è richiesta una perfetta combinazione di forme e funzioni per ottenere un’ottimale estetica e prestazione del prodotto.
Wally invece ha sviluppato il profilo esterno, mentre per gli interni ha collaborato con il cantiere l’azienda milanese San Tabù con il suo artigianato, competenza e design Made in Italy. Questa barca amalgama le principali caratteristiche di Wally con l’inconfondibile architettura navali di Judel /Vrolijk.
La barca è stata studiata per assicurare comfort e prestazioni, quindi competitiva per le regate e comoda per le crociere.
Lunga 93 piedi pari a 28,30 metri e larga 6,65 metri anche questa imbarcazione segue lo stile consolidato Wally, il piano di coperta è molto pulito con spazi liberi per la vita a bordo ben separati da quelli destinati alle manovre.
Il progetto, beneficia sicuramente dell’esperienza accumulata dalle linee di Wally 107 Open Season (ex Wallycento Hamilton) leader della classe Wally plurivincitore del campionato del mondo di Maxi72 architettato anche questo da Judel/ Vrolijk.
Wally 93 è stata realizzata con materiali compositi che utilizza fibre unidirezionali in carbonio ad alto modulo per diminuirne il peso e aumentare la rigidità.
La vela di 503 metri quadrati è particolarmente potente per il suo dislocamento di appena 35,5 tonnellate tale che il rapporto superficie velica/dislocamento è migliore di quello del Wallycento.
L’architettura è stata studiata per diventare il più competitivo della classe Wally molto potente di bolina e ottimizzato per condizioni di vento medio-leggere, capace di iniziare a planare con 16 nodi di vento e di superare con estrema facilità la velocità del vento reale.
La propulsione senza vela è assicurata da un singolo motore diesel di Steyr da 255 cv. Una chiglia di sollevamento consente di aumentare il pescaggio da 4,5 metri a 6,2 metri per ottimizzare il momento raddrizzante.
Il layout degli interni, è stato realizzato per alloggiare 6 ospiti in 3 cabine con bagno privato. La cucina il salone e locali per l’equipaggio si trovano a metà barca per concentrare il più possibile i pesi a centro barca . La cabina armatoriale si trova a prua per aumentare la privacy mentre le due cabine per gli ospiti a poppa. Un disimpegno divide l’area dell’armatore dalla zona equipaggio.
La scelta di realizzare solo tre cabine è per garantire tanto spazio per gli ospiti ma anche tanta privacy, proprio grazie alla separazione netta fra le zone di lavoro e relazioni da quelle destinate alle cabine.