La percezione del tempo

Chi di noi non ha mai avuto l’esperienza di vivere dei minuti lunghissimi, di aver l’impressione che il tempo si fosse fermato, o al contrario, di sentire il tempo sfuggire, volare, e magare di provare rimpianto? Sono situazioni comuni alla vita di tutti, che ci provano come la percezione del tempo non sia quasi mai oggettiva, cioè corrispondente al movimento reale delle lancette dell’orologio, ma come invece sia spessissimo influenzata dai nostri stati d’animo e dai nostri atteggiamenti nei confronti di ciò che siamo vivendo. Lo studente che a scuola teme l’interrogazione e aspetta la fine dell’ora come la liberazione da un incubo, vivrà i minuti come eterni; così come la ragazza che aspetta l’appuntamento con l’innamorato, vive l’attesa come lunghissima, mentre il tempo che trascorrerà con lui sembrerà troppo breve, passerà in un attimo. Da cosa dipende tutto ciò ? Innanzitutto, come abbiamo già accennato, dipende dal nostro atteggiamento nei confronti di ciò che stiamo vivendo: se stiamo facendo una cosa che ci interessa, che attira la nostra attenzione, che ci piace, allora il tempo ci sembrerà breve, se al contrario ci annoiamo, facciamo cose che non destano un particolare interesse, o addirittura ci sono sgradevoli, il tempo sembrerà non passare mai, lo viviamo come molto più lungo di quanto non sia. Un altro fattore che influenza sulla percezione del tempo è l’attenzione che prestiamo al suo scorrere: maggiore è l’attenzione che prestiamo più l’intervallo di tempo ci sembra lungo. Ma quando ricorriamo col pensiero a periodi che ci sono sembrati lunghissimi mentre li viviamo, perché nessun avvenimento particolare era venuto a rompere la monotonia, ci sembrano nel ricordo molto più brevi; al contrario, un viaggio o una vacanza interessanti e piacevoli, vissuti come molto brevi, nel ricordo saranno molto più lunghi. Per cui, quasi paradossalmente possiamo dire che lavorando avendo molti impegni, ci accorciamo le giornate e ci allunghiamo la vita.