La barca a vela My Song la passione di un armatore

 

Che cosa spinge un armatore esperto velista che dopo aver sviluppato un’attività lavorativa con ottimi risultati a un certo punto della vita, decide di vendere la sua affermata industria per avventurarsi nella realizzazione di una grande barca a vela lunga circa 40 metri (130 piedi) da utilizzare per lunghe crociere e per le competizioni veliche se non la vera e autentica passione per il mare e la vela.

Quest’armatore possiede già una barca a vela più piccola denominata My Song lunga 84 piedi (25 metri) molto famosa tra gli appassionati di vela per aver vinto tante regate tra cui anche la straordinaria Maxi Rolex Cup nella categoria Racing-Cuising.

La nuova My Song perché conserva il nome di altre barche dello stesso armatore compreso il My Song di 25 metri, è stata costruita nel prestigioso cantiere finlandese di Baltic Yacht. Mentre il progetto delle linee d’acqua, è stato eseguito dallo studio americano di Reichel e Pugh, lo stesso che ha progettato il My Song di 25 metri mentre il disegno di coperta e interni è stato curato dello studio milanese Nauta Design.

In pratica è stato scelto il meglio per la realizzazione di questa barca il risultato finale non poteva che essere eccezionale.  Infatti, attualmente è una delle barche a vela più belle al mondo e tra quelle più tecnologicamente avanzate del momento.

Studiata, per non essere troppo pesante, il suo peso è di circa cento tonnellate non sono niente rispetto alla misura e dimensione della barca tra cui 41 tonnellate circa sono il peso della zavorra.

Questo è stato possibile perché per la realizzazione dello scafo è stato utilizzato materiale composito tecnologicamente avanzato ad alta percentuale di carbonio.
Un particolare sistema di propulsione a motore consente alla barca di avanzare anche senza il sistema velico con un piede con elica che scende quando bisogna utilizzare il motore e sale nascondendosi all’interno dello scafo quando bisogna andare a vela in questo modo la resistenza all’avanzamento è la minima possibile migliorando le prestazioni. Questo sistema installato si chiama “retractable Propulsion System” di Baltic Yacht.

La barca è dotata di una chiglia retrattile che può andare dai 7 ai 4 metri di pescaggio. La chiglia di sollevamento di My Song, a 36,25 tonnellate, proviene dal mondo degli yacht da regata. Si assottiglia da cima a fondo, il che migliora le prestazioni idrodinamiche e riduce la superficie bagnata, risparmiando circa due secondi al miglio in velocità rettilinea, , afferma il direttore del progetto di Nauta Yachts , Martino Majno .

Per quanto riguarda l’assetto e l’attrezzatura del sistema velico, l’armatore può scegliere tra due configurazioni basi tra quelle a regate e quella di crociera. Il piano velico di base è composto di una randa 530 mq; genoa 380 mq; gennaker 1.300 mq. Con assetto di regata la barca può navigare a velocità superiori al vento reale presente in quel momento perché queste grandi barche riescono a costruire vento apparente e quindi grandi velocità  anche nelle andature di bolina.

Con questa imbarcazione si è scelto di costruire una coperta semplice pulita e piatta larga 8,52 metri che inizia circa a centro barca e continua quasi conformemente fino alla poppa con una piccola tuga poco invadente e dove sono presenti solo le cose necessarie per la gestione della barca. Si è cercata di trovare una soluzione di compromesso per realizzare una barca adatta per lunghe crociere e nello stesso tempo competitiva per vincere regate.

“La nostra specializzazione è quella di unire queste due cose insieme, ma non l’abbiamo mai fatto fino a questo punto. Mai. Il risultato è stato reso possibile dalle straordinarie capacità del costruttore afferma Mario Pedol di Nauta Yachts inoltre aggiunge la combinazione tra performance, eleganza, comfort e funzionalità è forse il tratto più distintivo di My Song . Tutto è stato disegnato e costruito per essere leggero persino i supporti dei cavi e dei passaggi degli impianti sono realizzati in carbonio”.
Anche l’elettronica è perfettamente nascosta con degli evidenti schermi di controllo presenti solo davanti alla ruota del timoniero. Esistono poi anche degli strumenti portatili che sono adoperati dall’equipaggio durante le regate.

Gli interni, hanno uno stile accogliente, caldo, ma al contempo, con un gusto tipicamente marino così come richiesto dall’armatore, sono caratterizzati dalla presenza di un salone a tutto baglio una grande cabina armatoriale a prua e dietro questa cabina si trova una seconda camera da letto più piccola che può essere utilizzata anche come semplice studio. Poi ci sono altre due cabine doppie che si trovano a poppa del salone.

Molto accurata è stata la ricerca dei materiali utilizzati per non fare aumentare il peso della barca. In particolare per la realizzazione dei pavimenti e soffitti la scelta è caduta su un composito di resina e lino riscoprendo così l’utilizzo delle fibre naturali.

“La mia visione dell’ultimo My Song era per un yacht che sarebbe estremamente leggero, veloce e facile da gestire: un vero concorrente di regate di superyacht”, afferma l’armatore della barca, aggiungendo che questo doveva bilanciarsi con un “interno accogliente, confortevole e lussuoso” .

Tutti gli obiettivi sono stati raggiunti e tutte le esigenze dell’armatore, sono state soddisfate. Varata nell’estate del 2016 già nel 2017 sono arrivate le prime attestazioni di stima, infatti, il My Song 130 piedi ha vinto due premi nello ShowBoats Design Awards 2017. Il premio per lo yacht più innovativo e quello per il migliore Exterior Design and Styling.

Certamente è un importante riconoscimento per lo studio Nauta Yacht Design milanese e lo studio di Reichel e Pugh.

 Adesso non ci resta che attendere che il nuovo My Song uguaglia e supera il numero di vittorie sportive dell’omonimo più anziano anche se in una classe velica diversa.  Al riguardo l’armatore ha rilasciato la seguente dichiarazione. “La nuova barca è impegnativa e stimolante, naturalmente richiede del tempo per conoscerla ed essere condotta al meglio”. Come  tutti i cavalli di razza  nati per correre, per poi vincere.